Ecco la Giornata internazionale del benessere sessuale, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ogni 4 settembre. Ma da noi nessuno ne sa niente, nonostante l’Italia faccia parte dei 35 Paesi che aderiscono alla celebrazione. Mentre all’estero sono previsti convegni, seminari, interventi nelle scuole, negli ospedali, all’università, in piazza, mostre e incontri, qui sembra regnare il disinteresse.
“Sul benessere sessuale della popolazione c’è un totale disinteresse delle istituzioni, si pensa che sia un lusso, un bene accessorio, non c’è voglia di informare su educazione sessuale, prevenzione, gravidanze indesiderate, comportamenti a rischio”, commenta Roberta Rossi, presidente della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss). E racconta che alla Settimana dedicata al benessere sessuale, non legata all’iniziativa dell’Oms, la gente dimostra grande interesse: “ci chiedono a gran voce di essere informati in generale, non soltanto se hanno problemi. Insomma, c’è uno scollamento tra il versante delle istituzioni e la vita delle persone”.
Sull’argomento interviene anche Simonetta Draghi, dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma: “Le donne non hanno informazione sufficiente sul benessere sessuale. Avrebbero tante domande da fare, ma chi gli risponde? Basti pensare che secondo una delle ultime ricerche fatte in Italia, solo il 19% dei ginecologi fa domande sulla sessualità alle donne in menopausa”. Imbarazzo, vergogna, sono tanti i sentimenti che impediscono di parlare di sesso e di chiedere informazioni. Istituendo la Giornata, l’Oms aveva come obiettivo proprio di promuovere una più ampia informazione sull’argomento, fornendo linee guida sulla salute sessuale piuttosto che terapie contro le infezioni sessualmente trasmesse.
“Il benessere sessuale è fondamentale per la salute stessa e la felicità delle persone. Questo ha un evidente impatto positivo sulle società e i Paesi”, ha scritto l’Organizzazione. “Ma da noi è un tema difficile e doloroso – dice Adele Fabrizi, del Comitato direttivo Fiss – c’è carenza totale di educazione sessuale. E non è solo perchè stiamo parlando di un Paese cattolico, ma per cultura. C’è anche un colpevole disinteresse del mondo medico, non a caso non esiste una specifica formazione in sessuologia”. Così si finisce a parlare di sesso con un medico solo in caso di malattie. E’ il caso degli uomini, che troppo spesso in presenza di disfunzione erettile – come emerge da un recente studio – preferiscono comprare pillole online rischiando la vita, anzichè andare dal dottore. Che invece li informerebbe che i problemi sotto le lenzuola non sono slegati dalla salute in generale.
fonte www.ansa.it
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L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) considera il suicidio come un problema complesso, non ascrivibile ad una sola causa o ad un motivo preciso. Sembra piuttosto derivare da una complessa interazione di fattori biologici, genetici, psicologici, sociali, culturali ed ambientali. Il suicidio, nell’ambito della salute pubblica, è un grave problema che potrebbe essere in gran parte prevenuto; costituisce la causa di circa un milione di morti ogni anno, con costi stimabili in milioni di euro, secondo quanto indicato dalla OMS.
fonte www.ipasvi.it
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Si celebra il 21 settembre la Giornata Mondiale Alzheimer.
fonte http://www.osservatoriomalattierare.it
L’Organizzazione mondiale della sanità promuove un’iniziativa di sensibilizzazione sul problema della rabbia con la Giornata mondiale della rabbia che ricorre il 28 settembre, per promuoverne la prevenzione e nuove strategie di controllo della diffusione di questa malattia. La rabbia continua a rappresentare un rilevante problema di sanità pubblica per molti paesi, ogni anno nel mondo muoiono 55 mila persone, è una malattia contagiosa che colpisce tutti gli animali a sangue caldo, tra cui anche l’uomo, con esito mortale.
Per contrastare il diffondersi della malattia si è proseguito nelle vaccinazioni orali delle volpi: è stata effettuata, nelle zone a rischio, la vaccinazione a tappeto degli animali domestici che possono entrare in contatto con l’ambiente silvestre, tra cui tutti i cani e gatti presenti. La pratica vaccinale è altresì attuata in caso di spostamento di cani e gatti all’estero anche al seguito di viaggiatori. Alcuni stati non forniscono dati sui casi di rabbia, si ritiene quindi che questa malattia sia più diffusa di quanto documentato, per cui chi viaggia deve prestare particolare attenzione agli animali domestici e selvatici presenti nel paese ospitante, informandosi preventivamente sulle sue condizioni sanitarie: s’invita specialmente i cacciatori e i viaggiatori con animali al seguito di verificare lo stato vaccinale e sanitario dei propri animali, prima e dopo lo spostamento. Altra categoria di persone a rischio sono i partecipanti a viaggi “natura” in paesi esotici.
La prevenzione della malattia si basa su semplici azioni igienico sanitarie quali pulizia personale, evitare di toccare animali o liquidi biologici di animali sospetti, specialmente quelli che sono indicati come potenziali portatori del virus. Per il contagio deve esserci un contatto fisico con l’agente infettivo, che è facilitato dalla presenza di vie di ingresso quali ferite, abrasioni, tagli anche di poco conto come screpolature alle dita. La vaccinazione umana preventiva è indicata in particolari situazioni di rischio, non è una pratica semplice e deve essere attuata presso centri specializzati. In caso di sospetto contagio il trattamento vaccinale e sierologico deve essere praticato quanto prima in quanto non sortisce alcun effetto quando sono comparsi i sintomi nervosi. Nella tempestività del trattamento anche la localizzazione della via d’infezione è importante: è tanto più pericolosa quanto più è vicina a fasci nervosi come nel volto.
fonte www.gosalute.it
fonte Wikipedia
La Società Internazionale della Menopausa (IMS), in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha designato il 18 Ottobre come la Giornata Mondiale della Menopausa , nata con lo scopo di far conoscere sempre meglio questo periodo fisiologico e naturale della vita di una donna, ed offrire così l’occasione per informare tutte le donne sui cambiamenti, ma anche le problematiche, che si verificano durante la menopausa.
La menopausa non è una malattia ma un momento fisiologico della vita della donna che coincide con il termine della sua fertilità. Tuttavia in questo periodo della vita alcune donne accusano dei disturbi per i quali esistono cure e rimedi utili a garantire loro comunque una buona qualità di vita.
Per fare chiarezza c’è da dire che il periodo della menopausa si compone generalmente di tre fasi:
- la perimenopausa, che fa riferimento alla fase di transizione, in cui si avvertono le prime variazioni dovute alla diminuzione della produzione ormonale, soprattutto sulla regolarità del ciclo mestruale;
- la menopausa, quella vera e propria, che può causare sintomi come vampate di calore, atrofia muscolare, secchezza vaginale, sudorazione notturna, sonno disturbato e aumento di peso;
- la postmenopausa, in cui molti dei sintomi della fase precedente, nella maggior parte delle donne, si attenuano, ma si registra un aumento del rischio di malattie come l’osteoporosi e disturbi cardiaci.
La menopausa si verifica tra i 45 ed 55 anni di età, ma non sono rare menopause precoci e tardive. Già alcuni mesi prima della cessazione delle mestruazioni si osservano alterazioni del ciclo mestruale (mestruazioni ravvicinate e abbondanti oppure più distanziate tra di loro). Nello stesso periodo le ovaie cessano la loro attività e, di conseguenza, diminuisce nel sangue la quantità degli estrogeni, cioè di quegli ormoni prodotti fino allora dalle ovaie.
Quando calano gli estrogeni la donna è più esposta al rischio di alcune malattie serie
La diminuzione degli estrogeni può provocare alcuni disturbi e sintomi, sia di natura neurovegetativa (vampate di calore, sudorazioni profuse, palpitazioni e tachicardia, sbalzi della pressione arteriosa, disturbi del sonno, vertigini, secchezza vaginale e prurito genitale), sia di natura psicoaffettiva (irritabilità, umore instabile, affaticamento, ansia, demotivazione, disturbi della concentrazione e della memoria, diminuzione del desiderio sessuale).
- l’aumento del rischio cardiovascolare (infarto cardiaco, ictus cerebrale, ipertensione),
- le patologie osteoarticolari, in particolare l’aumento dell’incidenza dell’osteoporosi.
Fino alla menopausa, infatti, le donne hanno un rischio cardiovascolare inferiore a quello degli uomini perché gli estrogeni prodotti dalle ovaie garantiscono una minore quantità di colesterolo nel sangue. Le malattie cardiovascolari rappresentano, inoltre, la principale causa di morte per la donna in menopausa, superando di gran lunga tutte le forme di neoplasie, compreso il cancro della mammella.
Non dobbiamo inoltre sottovalutare l’aumento del peso corporeo, che si verifica in misura variabile in tutte le donne in menopausa e rappresenta un problema in più del 50% delle donne oltre i 50 anni. La carenza estrogenica condiziona, insieme all’età, un rallentamento del metabolismo in generale e aumenta l’appetito con una distribuzione del grasso corporeo “a mela”, cioè a livello della cintura, un sede tipica del sesso maschile, che comporta maggior rischio cardio-vascolare.
Rispetto al passato, oggi le donne affrontano con maggior positività questa fase della loro vita, grazie anche alla disponibilità di diversi strumenti d’aiuto. Uno di questi è certamente la Terapia Ormonale Sostitutiva (TSO), trattamento farmacologico che ha lo scopo di ridurre la sintomatologia legata alla menopausa.
Per molte donne, infatti, un’appropriata terapia ormonale, pianificata e monitorata con cura, può aumentare la vita media e migliorare, in modo significativo, la qualità di vita degli anni postmenopausali. In tal modo è possibile rendere prevenibili le patologie cronico-degenerative, le loro complicanze e i tumori.
fonte Pinkitalia.it
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La Psoriasi è stata iscritta nel Calendario dell’OMS come malattia cronica e invalidante, per questo dal 2004 si svolge, in tutto il mondo, La Giornata Mondiale della Psoriasi ogni 29 ottobre.
Organizzata sotto forma di un consorzio globale di associazioni di pazienti di tutto il mondo, la “Giornata Mondiale della Psoriasi” vuole destare l’attenzione dell’opinione pubblica, dei media e della classe politica, su una patologia dal forte impatto psicologico e sociale, che ha bisogno di essere considerata più seriamente dalle autorità nazionali ed internazionali.
In Italia, dove le persone affette da questa patologia sono circa 3 milioni, l’A.DI.PSO. (Associazione per la Difesa degli Psoriasici) si propone di educare e informare sia i malati sia il pubblico con lo scopo di evitare falsi pregiudizi e pesanti discriminazioni sociali. Tutto ciò viene fatto grazie all’opera costante e volontaria dei Rappresentanti regionali A.DI.PSO. che, nelle maggiori Piazze italiane, distribuiscono materiale informativo, coadiuvati e supportati dalla professionalità di Medici Specialisti.
fonte www.adipso.org
La Giornata mondiale del cancro si celebra il 4 febbraio ed é promossa dall’Unione internazionale contro il cancro (Uicc) e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La Giornata del World Cancer Day rappresenta un importante richiamo a riflettere su cosa ognuno può fare per combattere il cancro, dalle istituzioni agli esperti, dai pazienti ai cittadini, tutti fin dalla giovane età. È un invito a chiedersi come dobbiamo e possiamo sostenere la ricerca, come aiutare ed essere di aiuto a chi sta lottando, come informarsi in modo corretto e adottare stili di vita raccomandati.
I numeri del cancro
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro stima che un uomo su cinque e una donna su sei in tutto il mondo svilupperà il cancro nel corso della propria vita, con una mortalità di un caso su otto per gli uomini e di una caso su 11 nelle donne. Ciò equivale a circa 9,6 milioni di persone morte di cancro nel 2018.
Il costo economico totale del cancro è di 1,10 trilioni di dollari.
In Italia nel 2018, sono stati diagnosticati circa oltre 373 mila nuovi casi di tumore maligno.
Evitare di ammalarsi dipende anche da noi. Fondamentale per prevenire molti tipi di tumore è adottare stili di vita più salutari. Circa un terzo delle morti per cancro sono infatti dovute a cinque fattori di rischio, comportamentali e alimentari:
- consumo di tabacco,
- assunzione di bevande alcooliche,
- alto indice di massa corporea,
- ridotto consumo di frutta e verdura,
- scarsa attività fisica.
Oggi la medicina permette inoltre di identificare molti tumori in una fase precoce, aumentando le possibilità di successo dei trattamenti. Per questo è fondamentale aderire ai programmi gratuiti di screening dei principali tipi di tumore, offerti dal Servizio sanitario nazionale.
fonte www.salute.gov.it/
Le mutilazioni genitali femminili (MGF), sono pratiche tradizionali che vengono eseguite principalmente in 28 paesi dell’Africa sub-sahariana, per motivi non terapeutici. Tali pratiche ledono fortemente la salute psichica e fisica di bambine e donne che ne sono sottoposte.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha classificato le mutilazioni in 4 tipi differenti, a seconda della gravità degli effetti:
- Circoncisione (o infibulazione al-sunna): è l’asportazione della punta della clitoride, con fuoriuscita di sette gocce di sangue simboliche;
- Escissione del clitoride al-wasat: asportazione della clitoride e taglio totale o parziale delle piccole labbra;
- Infibulazione (o circoncisione faraonica o sudanese): asportazione della clitoride, delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra vaginali con cauterizzazione, cui segue la cucitura della vulva, lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale;
- Il quarto gruppo comprende una serie di interventi di varia natura sui genitali femminili.
Queste pratiche sono eseguite in età differenti a seconda della tradizione: per esempio nel sud della Nigeria si praticano sulle neonate, in Somalia sulle bambine, in Uganda sulle adolescenti.
Tutte queste mutilazioni ledono gravemente sia la vita sessuale sia la salute delle donne, ed è a tutela di queste ultime che si adoperano i movimenti per l’emancipazione femminile, soprattutto in Africa.
Le mutilazioni genitali femminili hanno gravissime conseguenze sul piano psicofisico, sia immediate (con il rischio di emorragie a volte mortali, infezioni, shock), sia a lungo termine (cisti, difficoltà nei rapporti sessuali, rischio di morte nel parto sia per la madre sia per il nascituro).
fonte Wikipedia
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Si celebra nell’ultimo giorno di febbraio, (per convenzione nel sito indichiamo 28 febbraio) la Giornata mondiale delle malattie rare. Si dice rara una patologia che non colpisce più dello 0.05%, quindi 5 casi su 10mila persone. In Italia, sono oltre due milioni, e il 70% è in età pediatrica, le persone colpite da queste malattie genetiche che si stima possano variare tra le 6 mila e le 8 mila. Molto spesso sono di tipo ereditario, possono essere diagnosticate nell’infanzia, ma molte hanno una lenta evoluzione e quindi la diagnosi avviene in presenza ormai di un danno multiorgano. Infatti, le malattie rare interessano tutte le diverse discipline, ma le competenze specifiche sono fondamentali nella gestione (diagnosi e assistenza clinica) di questi pazienti.
Secondo i dati presentati, una persona su tre con più di 65 anni d’età, per un totale di 165 milioni nel mondo, vive con una perdita dell’udito. E anche se vi sono strumenti e protesi per farvi fronte, non ne sono prodotte a sufficienza.
”L’attuale produzione di ausili uditivi – spiega Shelly Chadha dell’Oms – copre meno del 10% del fabbisogno globale. Nei Paesi in via di sviluppo, meno di una persona su 40 ne ha uno”.
Oltre agli anziani, vi sono anche 32 milioni di bambini sotto i 15 anni colpiti da perdita dell’udito e la causa principale sono infezioni dell’orecchio, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito. La maggior prevalenza di disabilita’ uditive si ha nell’Asia meridionale e del Pacifico, e nell’Africa sub-Sahariana. Anche malattie infettive come rosolia, meningite, morbillo e orecchioni possono causare la perdita dell’udito, oltre all’esposizione a rumori eccessivi, ferite all’orecchio o alla testa, cause genetiche, problemi durante la gravidanza e il parto, uso di farmaci e invecchiamento. ”Meta’ di queste cause sono facilmente prevenibili – continua Chadha – e molte possono essere trattate con una diagnosi precoce e interventi adatti”.
Secondo l’Oms e’ necessario che i paesi sviluppino programmi di prevenzione della sordità nei servizi di cure primarie, anche con le vaccinazioni contro morbillo, meningite, orecchioni e rosolio, monitoraggi e terapia della sifilide nelle donne in gravidanza e valutazione precoce dell’udito nei bambini.
fonte: www.ansa.it
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Il 4 marzo è la Giornata mondiale dell’obesità, promossa dalla OMS (Organizzazione Mondiale della Sanitá) per sensibilizzare i cittadini e incoraggiare soluzioni pratiche che contrastino il problema globale dell’obesità, che riguarda 800 milioni di persone nel mondo, e nel 2021 OMS aveva stimato un costo in spese mediche complessivo di mille miliardi di dollari entro il 2025.
Le prospettive non sono buone, visto che si prevede un aumento dell’obesità infantile pari al 60% entro la fine del 2030.
fonte Regione Emilia Romagna
Nel 1948 la prima Assemblea mondiale della salute (World Health Assembly) decide di istituire una giornata dedicata della salute in tutto il mondo. Dal 1950 la Giornata Mondiale della Salute (World Health Day) si celebra dunque il 7 aprile, per ricordare la fondazione dell’Oms avvenuta il 7 aprile 1948. Ogni anno viene scelto per la giornata un tema specifico, che evidenzia un’area di particolare interesse per l’Oms.
La giornata è un’occasione per promuovere a livello globale la sensibilizzazione su argomenti cruciali di salute pubblica di interesse della comunità internazionale, e lanciare programmi a lungo termine sugli argomenti al centro dell’attenzione. La giornata mondiale della salute non è quindi un evento che si riduce ai lavori di un giorno, ma è ogni volta il punto di partenza di un percorso mirato a migliorare le condizioni di salute in tutto il mondo.
fonte epicentro.iss.it
La giornata è stata creata per dare educazione e comprensione della malaria, nonché per diffondere informazioni sull’implementazione delle strategie di controllo della malattia.
Prima della dichiarazione dell’ONU la celebrazione del Africa Malaria Day, iniziata nel 2001, si teneva il 25 aprile
fonte: Wikipedia
Ecco la Giornata internazionale del benessere sessuale, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ogni 4 settembre. Ma da noi nessuno ne sa niente, nonostante l’Italia faccia parte dei 35 Paesi che aderiscono alla celebrazione. Mentre all’estero sono previsti convegni, seminari, interventi nelle scuole, negli ospedali, all’università, in piazza, mostre e incontri, qui sembra regnare il disinteresse.
“Sul benessere sessuale della popolazione c’è un totale disinteresse delle istituzioni, si pensa che sia un lusso, un bene accessorio, non c’è voglia di informare su educazione sessuale, prevenzione, gravidanze indesiderate, comportamenti a rischio”, commenta Roberta Rossi, presidente della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss). E racconta che alla Settimana dedicata al benessere sessuale, non legata all’iniziativa dell’Oms, la gente dimostra grande interesse: “ci chiedono a gran voce di essere informati in generale, non soltanto se hanno problemi. Insomma, c’è uno scollamento tra il versante delle istituzioni e la vita delle persone”.
Sull’argomento interviene anche Simonetta Draghi, dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma: “Le donne non hanno informazione sufficiente sul benessere sessuale. Avrebbero tante domande da fare, ma chi gli risponde? Basti pensare che secondo una delle ultime ricerche fatte in Italia, solo il 19% dei ginecologi fa domande sulla sessualità alle donne in menopausa”. Imbarazzo, vergogna, sono tanti i sentimenti che impediscono di parlare di sesso e di chiedere informazioni. Istituendo la Giornata, l’Oms aveva come obiettivo proprio di promuovere una più ampia informazione sull’argomento, fornendo linee guida sulla salute sessuale piuttosto che terapie contro le infezioni sessualmente trasmesse.
“Il benessere sessuale è fondamentale per la salute stessa e la felicità delle persone. Questo ha un evidente impatto positivo sulle società e i Paesi”, ha scritto l’Organizzazione. “Ma da noi è un tema difficile e doloroso – dice Adele Fabrizi, del Comitato direttivo Fiss – c’è carenza totale di educazione sessuale. E non è solo perchè stiamo parlando di un Paese cattolico, ma per cultura. C’è anche un colpevole disinteresse del mondo medico, non a caso non esiste una specifica formazione in sessuologia”. Così si finisce a parlare di sesso con un medico solo in caso di malattie. E’ il caso degli uomini, che troppo spesso in presenza di disfunzione erettile – come emerge da un recente studio – preferiscono comprare pillole online rischiando la vita, anzichè andare dal dottore. Che invece li informerebbe che i problemi sotto le lenzuola non sono slegati dalla salute in generale.
fonte www.ansa.it
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L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) considera il suicidio come un problema complesso, non ascrivibile ad una sola causa o ad un motivo preciso. Sembra piuttosto derivare da una complessa interazione di fattori biologici, genetici, psicologici, sociali, culturali ed ambientali. Il suicidio, nell’ambito della salute pubblica, è un grave problema che potrebbe essere in gran parte prevenuto; costituisce la causa di circa un milione di morti ogni anno, con costi stimabili in milioni di euro, secondo quanto indicato dalla OMS.
fonte www.ipasvi.it
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Si celebra il 21 settembre la Giornata Mondiale Alzheimer.
fonte http://www.osservatoriomalattierare.it
L’Organizzazione mondiale della sanità promuove un’iniziativa di sensibilizzazione sul problema della rabbia con la Giornata mondiale della rabbia che ricorre il 28 settembre, per promuoverne la prevenzione e nuove strategie di controllo della diffusione di questa malattia. La rabbia continua a rappresentare un rilevante problema di sanità pubblica per molti paesi, ogni anno nel mondo muoiono 55 mila persone, è una malattia contagiosa che colpisce tutti gli animali a sangue caldo, tra cui anche l’uomo, con esito mortale.
Per contrastare il diffondersi della malattia si è proseguito nelle vaccinazioni orali delle volpi: è stata effettuata, nelle zone a rischio, la vaccinazione a tappeto degli animali domestici che possono entrare in contatto con l’ambiente silvestre, tra cui tutti i cani e gatti presenti. La pratica vaccinale è altresì attuata in caso di spostamento di cani e gatti all’estero anche al seguito di viaggiatori. Alcuni stati non forniscono dati sui casi di rabbia, si ritiene quindi che questa malattia sia più diffusa di quanto documentato, per cui chi viaggia deve prestare particolare attenzione agli animali domestici e selvatici presenti nel paese ospitante, informandosi preventivamente sulle sue condizioni sanitarie: s’invita specialmente i cacciatori e i viaggiatori con animali al seguito di verificare lo stato vaccinale e sanitario dei propri animali, prima e dopo lo spostamento. Altra categoria di persone a rischio sono i partecipanti a viaggi “natura” in paesi esotici.
La prevenzione della malattia si basa su semplici azioni igienico sanitarie quali pulizia personale, evitare di toccare animali o liquidi biologici di animali sospetti, specialmente quelli che sono indicati come potenziali portatori del virus. Per il contagio deve esserci un contatto fisico con l’agente infettivo, che è facilitato dalla presenza di vie di ingresso quali ferite, abrasioni, tagli anche di poco conto come screpolature alle dita. La vaccinazione umana preventiva è indicata in particolari situazioni di rischio, non è una pratica semplice e deve essere attuata presso centri specializzati. In caso di sospetto contagio il trattamento vaccinale e sierologico deve essere praticato quanto prima in quanto non sortisce alcun effetto quando sono comparsi i sintomi nervosi. Nella tempestività del trattamento anche la localizzazione della via d’infezione è importante: è tanto più pericolosa quanto più è vicina a fasci nervosi come nel volto.
fonte www.gosalute.it
fonte Wikipedia
La Società Internazionale della Menopausa (IMS), in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha designato il 18 Ottobre come la Giornata Mondiale della Menopausa , nata con lo scopo di far conoscere sempre meglio questo periodo fisiologico e naturale della vita di una donna, ed offrire così l’occasione per informare tutte le donne sui cambiamenti, ma anche le problematiche, che si verificano durante la menopausa.
La menopausa non è una malattia ma un momento fisiologico della vita della donna che coincide con il termine della sua fertilità. Tuttavia in questo periodo della vita alcune donne accusano dei disturbi per i quali esistono cure e rimedi utili a garantire loro comunque una buona qualità di vita.
Per fare chiarezza c’è da dire che il periodo della menopausa si compone generalmente di tre fasi:
- la perimenopausa, che fa riferimento alla fase di transizione, in cui si avvertono le prime variazioni dovute alla diminuzione della produzione ormonale, soprattutto sulla regolarità del ciclo mestruale;
- la menopausa, quella vera e propria, che può causare sintomi come vampate di calore, atrofia muscolare, secchezza vaginale, sudorazione notturna, sonno disturbato e aumento di peso;
- la postmenopausa, in cui molti dei sintomi della fase precedente, nella maggior parte delle donne, si attenuano, ma si registra un aumento del rischio di malattie come l’osteoporosi e disturbi cardiaci.
La menopausa si verifica tra i 45 ed 55 anni di età, ma non sono rare menopause precoci e tardive. Già alcuni mesi prima della cessazione delle mestruazioni si osservano alterazioni del ciclo mestruale (mestruazioni ravvicinate e abbondanti oppure più distanziate tra di loro). Nello stesso periodo le ovaie cessano la loro attività e, di conseguenza, diminuisce nel sangue la quantità degli estrogeni, cioè di quegli ormoni prodotti fino allora dalle ovaie.
Quando calano gli estrogeni la donna è più esposta al rischio di alcune malattie serie
La diminuzione degli estrogeni può provocare alcuni disturbi e sintomi, sia di natura neurovegetativa (vampate di calore, sudorazioni profuse, palpitazioni e tachicardia, sbalzi della pressione arteriosa, disturbi del sonno, vertigini, secchezza vaginale e prurito genitale), sia di natura psicoaffettiva (irritabilità, umore instabile, affaticamento, ansia, demotivazione, disturbi della concentrazione e della memoria, diminuzione del desiderio sessuale).
- l’aumento del rischio cardiovascolare (infarto cardiaco, ictus cerebrale, ipertensione),
- le patologie osteoarticolari, in particolare l’aumento dell’incidenza dell’osteoporosi.
Fino alla menopausa, infatti, le donne hanno un rischio cardiovascolare inferiore a quello degli uomini perché gli estrogeni prodotti dalle ovaie garantiscono una minore quantità di colesterolo nel sangue. Le malattie cardiovascolari rappresentano, inoltre, la principale causa di morte per la donna in menopausa, superando di gran lunga tutte le forme di neoplasie, compreso il cancro della mammella.
Non dobbiamo inoltre sottovalutare l’aumento del peso corporeo, che si verifica in misura variabile in tutte le donne in menopausa e rappresenta un problema in più del 50% delle donne oltre i 50 anni. La carenza estrogenica condiziona, insieme all’età, un rallentamento del metabolismo in generale e aumenta l’appetito con una distribuzione del grasso corporeo “a mela”, cioè a livello della cintura, un sede tipica del sesso maschile, che comporta maggior rischio cardio-vascolare.
Rispetto al passato, oggi le donne affrontano con maggior positività questa fase della loro vita, grazie anche alla disponibilità di diversi strumenti d’aiuto. Uno di questi è certamente la Terapia Ormonale Sostitutiva (TSO), trattamento farmacologico che ha lo scopo di ridurre la sintomatologia legata alla menopausa.
Per molte donne, infatti, un’appropriata terapia ormonale, pianificata e monitorata con cura, può aumentare la vita media e migliorare, in modo significativo, la qualità di vita degli anni postmenopausali. In tal modo è possibile rendere prevenibili le patologie cronico-degenerative, le loro complicanze e i tumori.
fonte Pinkitalia.it
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La Psoriasi è stata iscritta nel Calendario dell’OMS come malattia cronica e invalidante, per questo dal 2004 si svolge, in tutto il mondo, La Giornata Mondiale della Psoriasi ogni 29 ottobre.
Organizzata sotto forma di un consorzio globale di associazioni di pazienti di tutto il mondo, la “Giornata Mondiale della Psoriasi” vuole destare l’attenzione dell’opinione pubblica, dei media e della classe politica, su una patologia dal forte impatto psicologico e sociale, che ha bisogno di essere considerata più seriamente dalle autorità nazionali ed internazionali.
In Italia, dove le persone affette da questa patologia sono circa 3 milioni, l’A.DI.PSO. (Associazione per la Difesa degli Psoriasici) si propone di educare e informare sia i malati sia il pubblico con lo scopo di evitare falsi pregiudizi e pesanti discriminazioni sociali. Tutto ciò viene fatto grazie all’opera costante e volontaria dei Rappresentanti regionali A.DI.PSO. che, nelle maggiori Piazze italiane, distribuiscono materiale informativo, coadiuvati e supportati dalla professionalità di Medici Specialisti.
fonte www.adipso.org
La Giornata mondiale del cancro si celebra il 4 febbraio ed é promossa dall’Unione internazionale contro il cancro (Uicc) e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La Giornata del World Cancer Day rappresenta un importante richiamo a riflettere su cosa ognuno può fare per combattere il cancro, dalle istituzioni agli esperti, dai pazienti ai cittadini, tutti fin dalla giovane età. È un invito a chiedersi come dobbiamo e possiamo sostenere la ricerca, come aiutare ed essere di aiuto a chi sta lottando, come informarsi in modo corretto e adottare stili di vita raccomandati.
I numeri del cancro
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro stima che un uomo su cinque e una donna su sei in tutto il mondo svilupperà il cancro nel corso della propria vita, con una mortalità di un caso su otto per gli uomini e di una caso su 11 nelle donne. Ciò equivale a circa 9,6 milioni di persone morte di cancro nel 2018.
Il costo economico totale del cancro è di 1,10 trilioni di dollari.
In Italia nel 2018, sono stati diagnosticati circa oltre 373 mila nuovi casi di tumore maligno.
Evitare di ammalarsi dipende anche da noi. Fondamentale per prevenire molti tipi di tumore è adottare stili di vita più salutari. Circa un terzo delle morti per cancro sono infatti dovute a cinque fattori di rischio, comportamentali e alimentari:
- consumo di tabacco,
- assunzione di bevande alcooliche,
- alto indice di massa corporea,
- ridotto consumo di frutta e verdura,
- scarsa attività fisica.
Oggi la medicina permette inoltre di identificare molti tumori in una fase precoce, aumentando le possibilità di successo dei trattamenti. Per questo è fondamentale aderire ai programmi gratuiti di screening dei principali tipi di tumore, offerti dal Servizio sanitario nazionale.
fonte www.salute.gov.it/
Le mutilazioni genitali femminili (MGF), sono pratiche tradizionali che vengono eseguite principalmente in 28 paesi dell’Africa sub-sahariana, per motivi non terapeutici. Tali pratiche ledono fortemente la salute psichica e fisica di bambine e donne che ne sono sottoposte.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha classificato le mutilazioni in 4 tipi differenti, a seconda della gravità degli effetti:
- Circoncisione (o infibulazione al-sunna): è l’asportazione della punta della clitoride, con fuoriuscita di sette gocce di sangue simboliche;
- Escissione del clitoride al-wasat: asportazione della clitoride e taglio totale o parziale delle piccole labbra;
- Infibulazione (o circoncisione faraonica o sudanese): asportazione della clitoride, delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra vaginali con cauterizzazione, cui segue la cucitura della vulva, lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale;
- Il quarto gruppo comprende una serie di interventi di varia natura sui genitali femminili.
Queste pratiche sono eseguite in età differenti a seconda della tradizione: per esempio nel sud della Nigeria si praticano sulle neonate, in Somalia sulle bambine, in Uganda sulle adolescenti.
Tutte queste mutilazioni ledono gravemente sia la vita sessuale sia la salute delle donne, ed è a tutela di queste ultime che si adoperano i movimenti per l’emancipazione femminile, soprattutto in Africa.
Le mutilazioni genitali femminili hanno gravissime conseguenze sul piano psicofisico, sia immediate (con il rischio di emorragie a volte mortali, infezioni, shock), sia a lungo termine (cisti, difficoltà nei rapporti sessuali, rischio di morte nel parto sia per la madre sia per il nascituro).
fonte Wikipedia
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Si celebra nell’ultimo giorno di febbraio, (per convenzione nel sito indichiamo 28 febbraio) la Giornata mondiale delle malattie rare. Si dice rara una patologia che non colpisce più dello 0.05%, quindi 5 casi su 10mila persone. In Italia, sono oltre due milioni, e il 70% è in età pediatrica, le persone colpite da queste malattie genetiche che si stima possano variare tra le 6 mila e le 8 mila. Molto spesso sono di tipo ereditario, possono essere diagnosticate nell’infanzia, ma molte hanno una lenta evoluzione e quindi la diagnosi avviene in presenza ormai di un danno multiorgano. Infatti, le malattie rare interessano tutte le diverse discipline, ma le competenze specifiche sono fondamentali nella gestione (diagnosi e assistenza clinica) di questi pazienti.
Secondo i dati presentati, una persona su tre con più di 65 anni d’età, per un totale di 165 milioni nel mondo, vive con una perdita dell’udito. E anche se vi sono strumenti e protesi per farvi fronte, non ne sono prodotte a sufficienza.
”L’attuale produzione di ausili uditivi – spiega Shelly Chadha dell’Oms – copre meno del 10% del fabbisogno globale. Nei Paesi in via di sviluppo, meno di una persona su 40 ne ha uno”.
Oltre agli anziani, vi sono anche 32 milioni di bambini sotto i 15 anni colpiti da perdita dell’udito e la causa principale sono infezioni dell’orecchio, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito. La maggior prevalenza di disabilita’ uditive si ha nell’Asia meridionale e del Pacifico, e nell’Africa sub-Sahariana. Anche malattie infettive come rosolia, meningite, morbillo e orecchioni possono causare la perdita dell’udito, oltre all’esposizione a rumori eccessivi, ferite all’orecchio o alla testa, cause genetiche, problemi durante la gravidanza e il parto, uso di farmaci e invecchiamento. ”Meta’ di queste cause sono facilmente prevenibili – continua Chadha – e molte possono essere trattate con una diagnosi precoce e interventi adatti”.
Secondo l’Oms e’ necessario che i paesi sviluppino programmi di prevenzione della sordità nei servizi di cure primarie, anche con le vaccinazioni contro morbillo, meningite, orecchioni e rosolio, monitoraggi e terapia della sifilide nelle donne in gravidanza e valutazione precoce dell’udito nei bambini.
fonte: www.ansa.it
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Il 4 marzo è la Giornata mondiale dell’obesità, promossa dalla OMS (Organizzazione Mondiale della Sanitá) per sensibilizzare i cittadini e incoraggiare soluzioni pratiche che contrastino il problema globale dell’obesità, che riguarda 800 milioni di persone nel mondo, e nel 2021 OMS aveva stimato un costo in spese mediche complessivo di mille miliardi di dollari entro il 2025.
Le prospettive non sono buone, visto che si prevede un aumento dell’obesità infantile pari al 60% entro la fine del 2030.
fonte Regione Emilia Romagna
Nel 1948 la prima Assemblea mondiale della salute (World Health Assembly) decide di istituire una giornata dedicata della salute in tutto il mondo. Dal 1950 la Giornata Mondiale della Salute (World Health Day) si celebra dunque il 7 aprile, per ricordare la fondazione dell’Oms avvenuta il 7 aprile 1948. Ogni anno viene scelto per la giornata un tema specifico, che evidenzia un’area di particolare interesse per l’Oms.
La giornata è un’occasione per promuovere a livello globale la sensibilizzazione su argomenti cruciali di salute pubblica di interesse della comunità internazionale, e lanciare programmi a lungo termine sugli argomenti al centro dell’attenzione. La giornata mondiale della salute non è quindi un evento che si riduce ai lavori di un giorno, ma è ogni volta il punto di partenza di un percorso mirato a migliorare le condizioni di salute in tutto il mondo.
fonte epicentro.iss.it
La giornata è stata creata per dare educazione e comprensione della malaria, nonché per diffondere informazioni sull’implementazione delle strategie di controllo della malattia.
Prima della dichiarazione dell’ONU la celebrazione del Africa Malaria Day, iniziata nel 2001, si teneva il 25 aprile
fonte: Wikipedia